giovedì 7 maggio 2009

Crisi Ratings/Buyrate WWE

3.4, 1.7, 1.14; no, non sto dando i numeri, sono solo gli ultimi ratings per RAW, SD! ed ECW. Avessimo dato questi numeri a Vince e soci 10 anni fa, si sarebbero fatti una grassa risata e ci avrebbero lapidato con un secco “Bullshit”.
Ritorniamo ad Aprile 1999; 4 mesi prima era accaduto l’episodio con Tony Schiavone, commentatore WCW, protagonista negativo nell’annunciare, per ordine di “Failure” Bischoff, che Mick Foley, nella puntata registrata di RAW di quella sera, sarebbe diventato campione WWF: 600000 spettatori in quello stesso istante cambiarono canale, passando da TNT a USA Network! Le puntate di RAW del periodo Aprile-Maggio 1999 oscillavano tra il 6.0 e l’8.1 (e la puntata pilota di SD fece un bel 5.8), in quel periodo famoso per il matrimonio nero tra Undertaker e Stephanie McMahon con il salvataggio di Austin, e la WWF era tornata la principale federazione mondiale, grazie a storyline e linguaggi che attiravano i giovani e a grandi workers sul ring.
Tutto bello, tutto fantastico, con l’acquisizione della ECW e della WCW, ma ad un certo punto qualcosa si rompe: il 25 Marzo 2002, RAW ottiene un 5.4 e da quel momento lì è solo discesa, mai più un rating così alto nella storia del business. Cosa accadde il 25 Marzo 2002 in quella famosa puntata di RAW? La Brand Extension, cioè la divisione in roster “chiusi” dei wrestler, alcuni esclusivi per RAW, altri per SD!. RAW calò e si stabilizzò in quell’anno intorno a 4, mentre SD! intorno a 3.5, cifre che ora sono ulteriormente e drasticamente calate.
Perché questo crollo, in un prodotto che fino al 2001 era praticamente esente da pecche?
Si potrebbe dare la colpa ad internet, con la possibilità di vedere in streaming show e PPV e con i rumors che uccidono i colpi di scena (ad esempio il turn heel di Cody Rhodes su Hardcore Holly); si potrebbe dare la colpa al fatto che la gente vede i PPV in compagnia e non più da solo (come ha asserito Vince McMahon all’ultima assemblea dei soci WWE), limitando così il numero d’acquisti; si potrebbe anche tirare in ballo la crisi economica, con meno persone in possesso del “via Cavo” e in grado di poter comprare 12 PPV all’anno (spendendo quindi circa 490$). Si può dire tutto ed il contrario di tutto, e queste 3 motivazioni sono senza dubbio valide, ma, personalmente, non sono la causa principale di questo tracollo, perché non spiegano il lento, ma inesorabile tracollo!
I grandi promoters insegnano che i momenti di crisi arrivano quando non ci sono grandi face in grado di catalizzare l’attenzione del pubblico, e su questa desamina io sono assolutamente d’accordo e si addice totalmente a questo momento storico.
I grandi soldi infatti Vince McMahon li ha guadagnati con 2 stelle: Hogan negli anni ‘80 e Austin alla fine degli anni ’90; i grandi numeri in termini economici e televisivi si sono fatti quando questi 2 condottieri erano in sella al cavallo WWE o WCW. Andato Hogan in WCW, la WWE si ritrovò a fare ratings come 2.2, 2.4, 1.9, perché mancava quel face super-acclamato in grado di tenere il pubblico a casa incollato alla sedia; andati anche Austin dopo WM XIX, e The Rock dopo Backlash 2003, la WWE si è ritrovata ad affrontare altri grandi perdite e mi sembra che da questa fase non sia ancora riuscita ad uscire.
Prendete spunto dall’ultimo PPV prodotto dalla WWE, Backlash 2009: i wrestler che dovrebbero essere i tuoi Top-Players, cioè Triple H e John Cena, sono stati pesantemente criticati dal pubblico. Ad un Triple H, esanime e portato fuori in barella, viene cantato il coro “nananana, eheheh, Goodbye”, mentre Cena, in uno scambio di pugni con Edge, tecnicamente il tuo heel più odiato, viene “booed” quando sembra che prenda il comando del match.
In WWE al momento ci sono 3 heel assolutamente perfetti, con dei personaggi ben precisi: Edge, un opportunista che vince sempre grazie a truffe o a situazioni a lui favorevoli, Jericho, un egocentrico che si pensa migliore del pubblico perché dice ciò che pensa, e Orton, un uomo che crede che lui sia il meglio per destino, poiché figlio di un ex-grande wrestler e più giovane Campione del Mondo, e con gravi turbe psichiche di onnipotenza. Ognuno di questi 3 è ben definito da un punto di vista psicologico e per questo riescono sempre a coinvolgere il pubblico con i loro promo e con i loro match, riuscendo così a svolgere il loro compito, cioè essere fischiati ed insultati, alla perfezione.
Pensate invece ai Top-face: John Cena, Triple H e Batista. John Cena ha fatto strada velocemente, grazie ad una mic skill invidiabile e ad una ottima gimmick che coinvolgeva i giovani: rappava, aveva “catchphrase” ad effetto, era pungente verso l’avversario; era il nuovo The Rock senza ombra di dubbio. Ora cosa fa? Il saluto militare perché il titolo di un suo film è “The Marine”, non dice mai le sue frasi storiche, non rappa più, insomma è diventato il tipico bravo ragazzo, che piace alle famiglie, ma che il ventenne odia. Stesso discorso per Triple H: dopo il suo turn per la “riunione” della DX era irriverente, faceva cose per cui un giovane si sentiva sulla sua stessa lunghezza d’onda, e, nonostante tutti sapessero del suo legame con Stephanie, nessuno si azzardava a fischiarlo o a non tifarlo. Il suo ultimo segmento ottimo è stato quello in cui ha mostrato Edge con Alicia Fox, dopo di che un declino in un personaggio quasi anonimo. Infine Batista: ora l’Animale è tifato dalla gran parte del pubblico, ma subito dopo il suo feud con Triple H, o durante il feud con Undertaker, ricordo grandi “boooooo” perché il suo personaggio psicologicamente era poco sviluppato e non all’altezza dei grandi; un uomo dal cyber-corpo, ma senza alcuna caratteristica morale a dargli quel pizzico in più che porta una buona gimmick ad essere una grande gimmick!
Perché Eddie Guerrero era amato da tutti? Perché era un face atipico, era furbo, scaltro, un guascone, amava vincere rubando; una caratterizzazione importante. Perché Austin era così tifato? Perché era un ribelle. Si scagliava contro tutti e tutti per i suoi “ideali”, si ribellava al potere tirannico di Vince e non si faceva corrompere; altra grande caratterizzazione.
In WWE manca un face diverso dagli altri, che sappia mettere un po’ di pepe in questo piattume omologato. Tutti i face fanno e dicono le stesse cose da anni e alla fine, per forza di cose, stufano: non attaccano a parole gli heel, sono passivi nelle storyline, vengono sempre derubati senza fare nulla di intelligente per evitare che questo accada. E la gente, evidentemente, si è rotta di tutto questo e preferisce non vedere più il wrestling o guardare la TNA, dove, con un booking team folle, ci sono personaggi che hanno comunque una profondità psicologica, che possono piacere o meno (ad esempio il Joe psicopatico secondo me non ha né capo né coda).
Come per fare di un buon libro un bestseller occorrono grandi personaggi, nel wrestling è esattamente lo stesso: grandi personaggi, costruiti pian piano (e bastano 30 mesi), possono diventare quei “money-drawers” tanti cari a noi tifosi e soprattutto ai vari promoters!

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